(Adnkronos) - "Oggi siamo in piazza per chiedere l'attenzione alla politica e al governo, non vogliamo privilegi, né eludere i principi europei, ma chiediamo una giusta applicazione della direttiva europea". Lo dice all'Adnkronos/Labitalia il presidente di Fiba-Confesercenti Maurizio Rustignoli, in piazza SS Apostoli, in occasione della 'Manifestazione nazionale dei balneari contro la legge vergogna', l'emendamento del governo sulle concessioni demaniali. "Una giusta applicazione - spiega - non la troviamo nell'emendamento in discussione adesso e che in modo frettoloso si vuole inserire nel dl Concorrenza. Lo riteniamo un emendamento troppo riduttivo; non c'è niente per il futuro delle imprese, non c'è neanche una richiesta di impegno verso le imprese".
"I balneari - sottolinea - sono in piazza per chiedere al governo di pensare a un percorso più ampio, a una riforma strutturale del demanio e qualora si dovesse procedere solo con l'emendamento serve una correzione sostanziale su due punti: primo si permetta agli enti locali di organizzarsi per gestire queste evidenze e che si giunga alla mappatura delle coste; secondo in modo imprescindibile il riconoscimento degli investimenti fatti, del valore aziendale, dei beni materiali e immateriali".
"E' impensabile - aggiunge - che aziende che abbiano fatto investimenti regolarmente autorizzati con una legislazione precedente , oggi non gli vengano riconosciuti. Questo sarebbe un esproprio, una confisca, un atto assolutamente non giusto. In queste settimane abbiamo già raccolto una forte adesione dei governatori delle Regioni che chiedono chiaramente di riequilibrare l'emendamento, perché si pregiudica il futuro del nostro sistema balneare".
"Oggi - rimarca Maurizio Rustignoli - siamo in piazza per l'emendamento che riguarda i balneari anche perché ci sono altri Paesi europei che hanno agito in modo diverso. Non è mai stata fatta una mappatura delle nostre coste per capire se c'è o non c'è la scarsità delle risorse, non è mai stato verificato l'interesse transfrontaliero. Mi riferisco a tutti quei principi che possono declinare l'applicazione della direttiva in modo diverso. Il 98% degli stabilimenti balneari italiani è gestito da famiglie e sicuramente le congiunture internazionali purtroppo sono quelle che sono e la situazione nel complesso diventa difficile per il settore".
"Per la stagione 2022 - fa notare - gli stabilimenti balneari cercheranno comunque di trovarsi pronti, allestendo le spiagge e le strutture nel migliore dei modi, anche se a livello psicologico gli imprenditori sono mortificati. Non ci sono investimenti perché è tutto bloccato compreso l'indotto. Il settore dei balneari c'è sempre stato. In questi anni pandemici di grande difficoltà i flussi turistici sono stati legati per il 60% ad una destinazione balneare".