Alluvione in Spagna, "assassino": re Felipe contestato a Valencia - Video


Alluvione in Spagna, "assassino": re Felipe contestato a Valencia - Video

(Adnkronos) - ''Assassini''. Così il re di Spagna Felipe IV e il premier spagnolo Pedro Sanchez sono stati contestati a Paiporta, una dei Paesi più colpiti dall'alluvione nella regione di Valencia, dove si registrano finora 217 morti. Come si vede dalle immagini diffuse, la tensione al passaggio dei reali è stata altissima e i cittadini scesi in strada hanno gettato fango contro il re. 

 

 

Il dispositivo di sicurezza ha tentato di proteggere la delegazione reale, dopo che il protocollo è stato violato. Le persone hanno oltrepassato il cordone che era stato stabilito attorno ai reali. Per garantire la sicurezza sono intervenuti agenti della Polizia nazionale a cavallo, oltre a membri della Guardia Civil. Un gruppo di persone ha gridato in coro "dov'è Pedro Sánchez?".  

 

La protesta si è accesa soprattutto quando, accanto ai reali, è apparso anche il primo ministro Sanchez accusato di aver sottostimato l'allarme e di aver ritardato i soccorsi. ''Non ci è rimasto più nulla'', urlavano. Sánchez ha deciso di interrompere la visita.  

Re Felipe si è invece rifiutato di interrompere la visita a Paiporta e ha cercato di parlare con i cittadini nonostante le forti contestazioni contro di lui. A fatica è riuscito ad avanzare, protetto da un rigido cordone di sicurezza, cercando di esprimere comprensione e di ascoltare le persone colpite. Nelle immagini della protesta trasmesse dall'emittente Rtve si vede anche un uomo ferito negli scontri con la polizia e che ha una ferita alla testa, sanguinante. 

 

Alluvione in Spagna, re Felipe: "Comprendo la loro rabbia"  

Insieme a re Felipe VI, la regina si è fermata a parlare con i cittadini colpiti, ha abbracciato alcune donne e si è commossa mentre la folla inveiva contro la delegazione istituzionale in visita, di cui faceva parte anche il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. ''Non è colpa sua'', hanno detto alcuni dei contestatori alla regina Letizia, sporcata di fango durante la protesta. La regina Letizia di Spagna ha pianto tra gli alluvionati che ha incontrato a Paiporta, uno dei paesi maggiormente colpiti dalle forti piogge che si sono abbattute sulla provincia di Valencia. Insieme a re Felipe VI, la regina si è fermata a parlare con i cittadini colpiti, ha abbracciato alcune donne e si è commossa mentre la folla inveiva contro la delegazione istituzionale in visita, di cui faceva parte anche il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. 

 

"Voglio esprimere tutta la nostra solidarietà e il riconoscimento dell'angoscia, della sofferenza e del bisogno di certezza di molti abitanti di Paiporta e del resto di Valencia". Lo ha detto il presidente del governo spagnolo Pedro Sanchez, dopo l'incontro con il Centro di Coordinamento Operativo Integrato (Cecopi), durante il quale ha ringraziato i volontari per il loro lavoro di solidarietà e ha respinto gli atti di violenza dopo le contestazioni di Paicorta. "Rifiutate qualsiasi tipo di violenza che possa essere perpetrata come quella a cui abbiamo assistito oggi", ha aggiunto. "Non devieremo dal nostro obiettivo nonostante alcune persone violente assolutamente marginali". 

"L'obiettivo principale è salvare vite umane, recuperare i corpi di coloro che potrebbero essere morti a causa di questa tragedia e impegnarsi per la ricostruzione", ha spiegato il presidente. Durante la visita a Paiporta, il presidente ha dovuto essere allontanato. Sanchez ha ricevuto spinte, fischi e proteste durante la visita e alcuni cittadini indignati hanno lanciato fango e pale contro la delegazione del premier. 

 

L'associazione di estrema destra Revuelta ha rivendicato l'attacco al presidente del governo spagnolo Pedro Sánchez, durante la visita ufficiale dei re a Paiporta, una delle località della regione di Horta Sud più colpite dalla catastrofe della Dana. Lo scrive elDiario.es, secondo cui il sindacato Vox ha offerto i suoi servizi legali a coloro che hanno preso a calci il veicolo del premier. Adrián Campos, "volontario" di una sorta di delegazione valenciana di Revuelta, ha commentato in un gruppo WhatsApp, al quale ha avuto accesso elDiario.es: "La nostra associazione è qui, abbiamo distrutto la loro macchina, ma siamo riusciti a colpirlo solo con un bastone alla schiena. Non so cosa sia successo dopo, ma è uscito vivo dalla nostra zona".  

La polizia, come ha appreso il giornale, sta indagando sulla chat. Si tratta dello stesso gruppo di estrema destra che ha indetto una protesta nella sede del Psoe a Madrid lo scorso novembre. Revuelta è un'associazione giovanile promossa da Vox in occasione delle proteste di Ferraz. Campos ha assicurato, in una conversazione telefonica con elDiario.es, di non essere stato personalmente a Paiporta (sostiene di essere rimasto a Benetússer), ma di conoscere diversi giovani coinvolti negli scontri, sottolineando di "non far parte dell’associazione, ma di essere un volontario". 

 

La visita dei reali di Spagna a Chiva, una delle città valenciane più colpite dall'alluvione, è stata rinviata. "Con l'accordo congiunto delle autorità statali, regionali e della Casa Reale, la visita a Chiva è rinviata", ha annunciato la Casa Reale in un comunicato. 

Dopo le contestazioni subite a Paiporta, i regnati Felipe e Letizia avevano fatto sapere di voler continuare comunque con il programma previsto delle visite alle città alluvionate, ma poco fa è stato deciso di rinviare quella a Chiva. 

 

Piogge torrenziali si sono abbattute nel pomeriggio nel quartiere Terramar di Sitges (Barcellona), dove l'acqua ha allagato le strade ed è entrata in alcune case. Le precipitazioni hanno superato i 60 litri per metro quadrato in un'ora e un veicolo è rimasto intrappolato su un ponte. Gli occupanti sono rimasti illesi. Le piogge hanno colpito anche la località di Vilanova u la Geltrú. 

In precedenza, in Catalogna, la Protezione Civile aveva inviato avvisi poco prima delle 17 ai telefoni cellulari situati nelle regioni del Garraf e dell'Alt e Baix Penedès (Barcellona), avvertendo di piogge continue e torrenziali. Il messaggio chiedeva di prendere precauzioni estreme e di evitare viaggi non necessari.