"L'Afghanistan negli ultimi venti anni ha rappresentato una delle principali sfide per la comunità internazionale e il sistema multilaterale. Nonostante venti anni di presenza e investimento nel Paese da parte di una vasta coalizione internazionale, delle Nazioni Unite, di Nato e Unione Europea, il collasso repentino del governo afghano e delle sue istituzioni - collasso sfuggito alle capacità di previsione della comunità internazionale - ci pone di fronte ad uno scenario drammatico. Un dramma rispetto al quale dovremo interrogarci, per capire gli errori commessi dall'Occidente e dall'intera comunità internazionale". Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in collegamento con il Meeting di Rimini.
La gravità della situazione in Afghanistan "rende ineludibile un raccordo ancor più stretto con i nostri alleati, per definire una strategia comune a favore del popolo afghano e delle conquiste maturate finora" ha sottolineato il ministro degli Esteri. "Dobbiamo rafforzare la nostra alleanza occidentale, non metterla in discussione. Altrimenti ci indeboliamo tutti" ha poi avvertito.
"Non possiamo tollerare - ha scandito - che le conquiste di questi due decenni vadano perse. Penso, in particolare, ai diritti delle donne. Per questo, l'Italia sostiene fortemente iniziative internazionali, come la convocazione di una Sessione Speciale del Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite focalizzata sulla situazione in Afghanistan. Alla riunione, che si terrà questo martedì, si discuterà la previsione di un meccanismo di monitoraggio delle violazioni dei diritti umani".
"La messa in sicurezza degli afghani che hanno collaborato a vario titolo con la comunità internazionale e di personalità che si sono esposte a favore dei diritti umani e civili è al centro dei nostri sforzi. L'Italia, presente con il console e un nucleo di militari presso l'aeroporto di Kabul, continua a lavorare per portare in salvo i collaboratori e gli attivisti che vogliono lasciare il Paese. Abbiamo evacuato finora circa 1.600 civili afghani, nostri ex collaboratori e loro familiari. Il piano è di trasferirne in Italia circa 2.500" ha spiegato Di Maio.
"La domanda di accoglienza di rifugiati e migranti di provenienza afghana è destinata ad aumentare. È necessario ed urgente - ha rimarcato - mettere a punto insieme all'Unione Europea una risposta comune, in raccordo con i partner della regione". "L'Italia - ha aggiunto il titolare della Farnesina - si sta battendo affinché sia garantito alle organizzazioni internazionali pieno accesso umanitario al Paese".
"Ben venga il G7 convocato per martedì" ma con il premier Mario Draghi si lavora alla convocazione di un G20 straordinario, che vede "al tavolo attori come Russia e Cina, Paesi come l'India", i quali rappresentano un punto cruciale della strategia complessiva rispetto all'Afghanistan, ha evidenziato il ministro degli Esteri.
"Con il Presidente Draghi, in qualità di Presidente di turno del G20 - ha detto Di Maio - abbiamo avviato un'intensa azione diplomatica per definire un approccio comune". "Ho già avuto una serie di contatti in questi giorni con i miei omologhi nei nostri Paesi partner. Intendiamo allargare questo coordinamento ai principali attori internazionali attraverso la piattaforma multilaterale del G20, che può offrire un contributo centrale per la gestione internazionale del nuovo scenario afghano".
"L'Afghanistan non deve diventare un paradiso per le organizzazioni terroristiche - ha rimarcato ancora - Sarà fondamentale, in tal senso, che la comunità internazionale eserciti anche un'azione rafforzata di contrasto ai traffici di droga e per l'eliminazione della produzione di oppio in Afghanistan. Dovremo costruire alleanze e coinvolgere una pluralità di Paesi attorno a questi obiettivi comuni: specie quelli della regione, che condividono questa preoccupazione, oltre a Russia e Cina, attori imprescindibili in questo scenario".